Il termine Coscienza deriva dal latino (cum-scire: sapere insieme) e indica un determinato stato interiore degli individui che, per essere comunicato, deve essere descritto.
In realtà definire la coscienza e gli stati ad essa connessi è difficoltoso. A tuttoggi non è stato individuato nessun organo che la contenga e nessun sistema per poterne identificare i parametri. Non è oggettivamente possibile descriverla, né tantomeno individuarla concretamente.
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Questa dinamica crea grave imbarazzo nella comunità scientifica che, in quanto tale, è costretta ad ubbidire ai paradigmi su cui basa la sua stessa esistenza. Quando si parla di coscienza è inevitabile citare antichi testi, e antiche discipline, con analogie soddisfacenti a supportare le teorie sulla sua esistenza e gli stati a cui appartiene, ma per ogni pragmatico accademico questo metodo è ovviamente contestato e relegato a categorie di pensiero considerate dei veri e propri tabù razionali.
La neuroscienza osserva le reti neuronali e come il cervello utilizza le cellule nervose, i neuroni, che le compongono. Quando per esempio ci applichiamo a una disciplina e pensiamo, parte dei neuroni sparsi nel cervello si attivano simultaneamente e solo questi costituiscono le memorie necessarie a supportare quel tipo di pensiero. Ciò significa che maggiore è la frequenza di uno stesso tipo di pensiero, maggiore è il tempo in cui alcune cellule nervose vengono sollecitate e connesse fra loro, creando così una relazione a lungo termine che permette l’implementazione del pensiero stesso.
Ma questo significa anche che se i recettori non sono stimolati per tempi molto lunghi, ovvero si fanno solo certi pensieri e non altri, quando avviene il processo di scissione cellulare i recettori non utilizzati vengono disattivati. Il processo d’invecchiamento cellulare è quindi rappresentato dalla perdita della capacità d’utilizzazione dei recettori, ma per i neuroni significa anche che non è più fisicamente possibile supportare alcuni modelli di pensiero.
- Tale stato di vita: stato del modo di pensare;
- Tale stato del sangue: le risposte biochimiche (peptidi) dell’organismo scatenate dalle connessioni neuronali;
- Tale stato di coscienza: capacità di supportare analiticamente modelli di pensiero complessi.
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Buongiorno,
RispondiEliminaCome mi devo comportare all'interno della situazione di vita che sto vivendo,molto difficile?
Risposta 27 ( 1 all'inizio e 6 alla fine) che muta in 2 Non riesco a capire il responso.Buio totale (o quasi) per la mia mente che non riesce a capirci granché. grazie ciao Sonia
Ciao Sonia! un po' di pazianza e pubblicheremo un post anche per te! :) ciao
RispondiEliminaCiao
RispondiEliminaho una domanda "tecnica".
Quando escono molte linee ( es.3 o 4 o anche di più) come bisogna comportarsi?
Molti cercano di studiare anche le le linee che non mutano e comprendere il perchè non mutino.
Alcuni dicono che sia una situazione in rapido movimento,e se comprende quella finale vuol dire che la situazione è in via di conclusione.
Quindi dobbiamo leggere l'esagramma di mutazione? allora perchè non usciva "direttamente" l'esagramma di mutazione? :))
Come comportarsi?
Grazie
Mb
Buongiorno Mb, la tua domanda è interessante quindi si aggiunge a un post tecnico che sto preparando! grazie mille e ciao! :D
EliminaCiao cielo e vento,anche a me farebbe piacere saperne di più.
EliminaHo notato che in un responso sono mutate sono le prime linee e le ultime due.Quelle centrali no,come mai? La mia stabilità non è stata sfiorata,infatti sono molto tranquilla.
Mi piacerebbe indagare su questo fatto.grazie
Cristina.
Buongiorno Cristina, vediamo adesso la tua domanda, perdonaci se non abbiamo risposto a suo tempo. Ripariamo subito però! Ciao! :)
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