In Cina, intorno al 1027 aC., lungo le rive dello Chang Yang si sviluppò una corrente di pensiero che per obiettivi e forme si contrapponeva alla società ricca, opulenta e intellettuale del Nord. Questa corrente venne chiamata Taoismo e si contraddistingueva più per essere uno stile di vita interiore, piuttosto che per essere una dottrina schematizzata in regole e limitazioni. Il rispetto verso la manifestazione naturale, l’affermazione della propria libertà personale, l’antipatia istintiva verso l’ordine sociale gerarchico ed elitario, fortemente propugnato dal Confucianesimo, pone il Taoismo in forte contrapposizione all’insegnamento diffuso da quella che fu per lunghissimo tempo la religione istituzionale (il raduno delle masse per lunghi e scenografici riti civili) cinese.
Il Taoismo - che si identifica totalmente nel pensiero Yin/Yang (clicca sul link per maggiori informazioni) e che prevede il mutamento sincronico come manifestazione universale - non ha chiari codici comportamentali e basa la propria pratica sull’osservazione del momento manifesto. Ciò che accade qui e ora, e il concetto di Wu-Wei (clicca sul link per maggiori informazioni), l’adesione spontanea e totale all’apparente manifestazione caotica degli eventi per configurare la propria azione nel mondo.
Il pensiero Taoista prevede l’esistenza di un sistema autoregolante che può manifestarsi solo se non gli si usa violenza. Un principio ordinatore immanente ed unico nell’universo, un’energia altamente specializzata su diverse funzioni. Il Tao indicibile e dai 10.000 nomi, in cui si manifestano i 10.000 esseri, che è il mondo in cui ogni essere umano può manifestarsi possedendo in sé stesso le doti naturali che gli consentono di interagire spontaneamente in questo processo.
L’assenza di desiderio è una condizione in cui si desidera perdere la capacità di desiderare per raggiungere uno stato di vuoto interiore. Questo stato rende possibile la capacità di accogliere ciò che accade nella vita senza paura, senza idee preconcette e senza sovra-meccanismi mentali che impediscono l’intuizione spontanea dell’organo cuore/cervello, anche solo per rispondere con un grazie, anziché un grugnito, di fronte alla tazzina di caffè preparata in un bar.
Una pera è una pera in molti modi, i mille representamen di un solo rappresentante, la pera. Le leggi invariabili della natura controllano tutto senza mantenere una forma precisa, sono presenti ovunque e governano senza imporsi obbedendo al ciclo nascita/movimento/morte.
In questa visione il concetto di Vuoto non significa il Nulla. Nel Tao il Vuoto è la potenzialità di tutte le cose in divenire. Il Non Desiderare/il Nulla è invece l’azione che crea il mutamento spontaneo degli esseri e degli avvenimenti. L’atto del non desiderio (e della libera accoglienza verso ciò che accade ed è, perchè si manifesta spontaneamente) produce la calma. Lo stato di quiete in cui ogni cosa giunge al suo giusto valore (Wu-Wei).
L’uomo che segue la regola del Tao non è però considerato come la rotella anonima di una meccanismo biologico in cui è semplice ingranaggio. La sua azione nel mondo è determinata dallo stato di coscienza che manifesta, il libero arbitrio stabilito dall’etica interiore, etica definita a sua volta dall’aderenza a un preciso orientamento di pensiero che prevede l’essere umano come facente parte di uno stesso insieme.
Per un Taoista l’altro da sé (l'ambiente e i 10.000 esseri) non è un altro organismo, un'altra entità scissa da sè stesso, ma lo stesso unico grande insieme: la manifestazione del Tao. (Entanglement Quantistico clicca sul link per maggiori informazioni)
Tao |
non è l'eterno Tao,
il nome che può essere nominato
non è l'eterno nome.
Senza nome è il principio
del Cielo e della Terra,
quando ha nome è la madre
delle diecimila creature.
Perciò chi non ha mai desideri
ne contempla l'arcano,
chi sempre desidera
ne contempla il termine.
Quei due hanno la stessa estrazione
anche se diverso nome
ed insieme sono detti mistero,
mistero del mistero,
porta di tutti gli arcani.”
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