Gli operatori di settore rigidamente fedeli ad antiche scuole e/o tradizioni, disdegnano Carl Gustav Jung perchè è europeo, non può aver capito nulla e quindi blatera di idee solo sue. Gli accademici invece considerano la Teoria della Sincronicità un'ipotesi senza valenza scientifica e il suo rapporto con I Ching una delle stramberie, di cui spesso soffrono i geni, a cui la storia ci ha abituati.
Vero però che Jung è stato lo scienziato che, nel corso della propria vita, non solo ha sdoganato le idee empie e sovversive di Sigmund Freud, ma ha anche compiuto una profonda, e al limite del border-line, ricerca sull'inconscio umano e i suoi meccanismi.
Libro Rosso - Carl Gustav Jung |
Di quest'uomo, pubblica figura ed uomo privato, noi contemporanei pensiamo di sapere tutto. O quasi tutto.
Ne leggiamo i libri. Ne scrutiamo e sezioniamo le parole cercando recondite verità mai espresse. Apriamo i suoi diari alla ricerca delle tracce della sua complessa, variegata, poliedrica e geniale personalità. Guardiamo la sua famiglia, giudicando le sue relazioni personali, alla ricerca del quid che lo rendeva così diverso dagli altri.
Ma Carl Gustav Jung non è nei suoi libri, non è negli aneddoti, non è nelle sue teorie e non è nemmeno nei suoi più famosi enunciati.
Carl Gustav Jung è per noi lo scienziato che scrutava gli schemi della mente per cercare la cura ai mali che la affliggono.
E' l'essere umano che inseguiva l'equilibrio del pensiero e della pratica manuale, per trovare un senso anche ai propri intensi, colorati e complessi, per cui non meno "disturbati", percorsi mentali.
Percorsi che in quel periodo storico - come per Leibnitz prima - scatenavano spesso pesante ironia se non disprezzo.
Carl Gustav Jung |
Ricerche che in grande parte trovavano contesto e riscontro - sempre come per Leibnitz prima di lui - nell'orientale I Ching e nei trattati d'Alchimia occidentale.
Jung passava molto tempo solo, perchè non aveva modo di confrontarsi con nessuno che condividesse almeno parte delle sue originali ed innovative idee.
Temeva di esporsi al ridicolo, ma non poteva sottrarsi alle proprie conclusioni.
Poi incontrò Wolfgang Pauli.
Se Jung era in grado di far schioccare le antiche librerie di legno per dimostrare la Teoria della Sincronicità a piacimento (e contemporaneamente provocare l'irrimediabile ira del rigidissimo Freud), Pauli aveva invece il privilegio d'esser noto per il sicuro effetto catastrofe che era in grado di causare con la sua sola presenza, anche in un treno di passaggio, ovunque si stesse svolgendo un importante esperimento scientifico.
Wolfgang Pauli |
Di giorno era il rinomato studioso che forgiava teorie di fisica così innovative da polverizzare molte antiche e datate certezza, mentre di notte (per sfuggire all'irrequietezza da cui era divorato) si trasformava nel più classico dei mr. Hyde dedicandosi, con ampio impegno e doveroso successo, all'uso ed abuso di sesso, droga e rock'n roll.
La storia racconta di un crollo nervoso, o forse fu un intervento della figlia, ma per questo motivo nel 1930 divenne paziente di Jung il quale, volenterosamente e metodicamente come sua abitudine, iniziò a curare il disturbo che provocava il malessere psichico dello scienziato.
Per lui deve essere stata una grande emozione scoprire che, ciò che disturbava l'equilibrio psicologico del teorico quantistico, era lo stesso orientamento di pensiero che disturbava anche il proprio.
Tutti e due avevano un'idea che non riuscivano a comunicare.
Tutti e due avevano capito un meccanismo universale per cui non trovavano gli elementi culturali e scientifici adatti con cui dimostrarlo.
Ma per tutti e due la certezza della sua esistenza, e la frustrazione causata dalle rispettive posizioni professionali che esigevano una reputazione integerrima, causava loro un'intensa eccitazione mentale che non riuscivano a placare.
Un'intuizione evidente che non era - e ancora non è - possibile dimostrare in laboratorio alle condizioni richieste dall'inevitabile protocollo degli esperimenti scientifici riconosciuti ufficialmente.
Essendo tutti e due studiosi altamente specializzati, non potevano comunicare fra loro utilizzando i postulati teorici delle rispettive discipline, visto che i concetti più sottili avrebbero richiesto anni di approfondimento, ma entrambi studiavano da tempo i testi d'Alchimia Occidentale.
Questo permise loro di condividere un linguaggio molto sofisticato, articolato e significativo, adatto alla speculazione teorica dei massimi sistemi.
Gli antichi simboli alchemici divennero il glossario e il campo di indagine comune che li aiutò a implementare le proprie teorie e se Pauli era ossessionato da un numero primo, Jung invece lo era da quello che poi sarà l'enunciato della Teoria della Sincronicità del 1950.
L'esistenza di un'unica regola.
Che in oriente alcuni chiamano TAO.
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Wow!!! Bellissimo pezzo! Come vorrei poter prendere la macchina del tempo e tornare a quel Mittelleuropa dell'inizio secolo ventesimo? Grazie, è stata una lettura fantastica.
RispondiEliminaGrazie a te Teresa! Ciao :)
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