Pensare che il Taoismo sia una religione, è fondamentalmente un errore di valutazione creato dalla diversità semiotica che esiste fra la visione orientale e occidentale.
In realtà il Taoismo (clicca sul link per approfondire) è più propriamente uno stile di vita che riconosce un'unica grande regola (chiamata Tao - clicca sul link per approfondire) che agisce spontaneamente su tutti i livelli della manifestazione umana e cosmica (chiamato Qi - clicca sul link per approfondire) a cui si uniforma coscientemente (clicca sul link per approfondire), cioè con una profonda consapevolezza sia di sè che dell'altro da sè (cioè l'ambiente, il Tao stesso).
Lo sconosciuto, l'alieno, l'ombra.
Il riconoscimento di questa regola porta il praticante a vivere una profonda anarchia interiore, in cui la dicotomia fra Yin e Yang si fa estremamente labile, mentre l'individuazione di ciò che è spontaneo per potervi aderire eticamente non sempre è un'operazione che riesce appunto con semplicità.
E' uno stato a cui bisogna applicarsi ed allenarsi per poterlo raggiungere.
Per ottenere questo invidiabile equilibrio psico-fisico (in cui ogni cosa diviene oggettiva anche se intensamente vissuta), si applica l'osservazione delle cause e degli effetti nelle dinamiche in cui si è coinvolti, anche collateralmente, per trovare il modo di sfuggirvi pur facendone parte.
La spontaneità in questo senso non è più quindi intesa come un atto leggero ed evanescente ideale in un gioco per bambini.
La spontaneità a cui si fa riferimento in senso taoista, è ciò che si manifesta al di là di qualunque desiderio, raziocinio o possibilità egoica.
Il movimento che si propone spontaneamente viene considerato l'unica via di vita possibile, e la partecipazione attiva a questa dinamica ha il solo scopo di vivere in modo che sia possibile sganciarsi emotivamente da ogni processo umano, mutando con il tempo e le sue necessità cicliche, senza nessun senso di rimpianto o perdita.
E se per non avere rimpianti è necessario partecipare alle azioni del mondo con il giusto contributo, allora è spontaneamente necessario saper riconoscere quando è il giusto tempo per fermarsi. E non chiedere di più.
Il sapersi fermare spontaneamente, per non possedere, è un contributo attivo all'armonia del movimento cosmico che si manifesta e vive il proprio stato attraverso la vita stessa.
Per un taoista le cose si compiono quindi per gradi, ma la spontaneità del moto è la pietra su cui costruisce la propria forza e interazione col mondo.
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