venerdì 18 ottobre 2013

I Ching e Tecnica 2 - Mutamento, Esperienze, Cause ed Effetti

Buonasera @Cieloevento,
vorrei chiedervi un paio di domande, che spero possano essere utili ed interessanti per chi come me è un novellino di Yi! :) e che spero possiate sviluppare con calma.
1. Quando un esagramma è fisso, come bisogna comportarsi? Se non ci sono linee mutanti è perchè la situazione è stagnante, in quel momento, oppure è un consiglio da parte dell'Yi?
2. Il significato del 19 mi è abbastanza ostico e controverso. Cambiamento e/o avvicinamento?
3. Quali possono essere le domande più idonee quando si inizia la conoscenza di una persona,quindi le domande prettamente rivolte a situazioni sentimentali.
4. L'Yi ci spingerà sempre verso la conoscenza di una persona?
Ho avuto un'esperienza l'anno scorso, in merito a questa domanda, Yi mi aveva sconsigliato di conoscere tale persona, anzi di allontanarmene. Cosa che ho fatto subito, facendo bene direi.
Quindi mi sono chiesto; ho sempre pensato che alcune persone debbano fare parte del nostro ordine cosmico, mettiamola in questo modo, ma avendo libero arbitrio abbiamo la possibilità di decidere o meno se ascoltare il consiglio di Yi e frequentare lo stesso tali persone. Se alla fine andasse male, non avremmo comunque un bagaglio di esperienze? nonostante una possibile sofferenza e non saremmo allo stesso modo *accresciuti* ? Quindi, il fatto di consigliarci di non frequentare suddetta persona, non ci priverebbe di un'esperienza formativa?
Grazie Paolo

Buonasera Paolo,
interessantissime domande le tue a cui cercheremo di rispondere come meglio possiamo.

- Quando un esagramma è fisso non è così diverso da un esagramma che muta e non significa nemmeno che la situazione ristagni. Viene enunciato che in quel momento ci sono una serie di forze in gioco, che sono metaforicamente rappresentate nelle immagini e che vanno letteralmente comparate, con una logica lineare rappresentata dai simboli in cui si esprimono gli elementi naturali, a ciò che sta accadendo in quel momento nella nostra vita. La destrutturazione degli esagrammi come abbiamo fatto in post come questo sul 14 - Il Possesso Grande (clicca sul link per maggiori informazioni), permette proprio questa analogia. La comprensione o non comprensione però, dipende sempre dallo stato di coscienza (clicca sul link per maggiori informazioni) dell'osservatore e dal desiderio reale che prova nei confronti della conoscenza di sè stesso. Non siamo sempre pronti ad ammettere i nostri errori, e anche verso noi stessi dobbiamo provare pazienza e comprensione mentre intraprendiamo processi che accrescono la nostra conoscenza interiore. Il linguaggio psichico fra conscio (non può essere vero, può essere vero) e l'inconscio (vero o falso), è raggiunto attraverso schemi neurali complessi. Ed è necessario darsi il tempo di costruirli (clicca sul link per maggiori informazioni).

19 - L'Avvicinamento
Il 19, come tutti i 64 esagrammi, rappresenta un mutamento che si verifica a determinate condizioni. Le condizioni si costruiscono iniziando dall'esagramma di partenza, in questo caso palesemente il 2 - Il Ricettivo, per proseguire sull'analisi delle linee impegnate. In questo caso la prima e la seconda.
L'immagine rappresenta due linee Yang, quindi forti, che si pongono sotto 4 linee Yin. Questa situazione evoca la forza del Creativo (cfr. 1) che rispetta, feconda e aiuta la forza del Ricettivo.
Per questo motivo esso è chiamato anche l'avvicinamento che precede l'unione. Quando infatti anche la terza linea sarà mutata, da essa nascerà la pace (cfr. 11). (Se desideri approfondire l'esagramma clicca sull'immagine.)

- Non esiste una regola precisa su cosa chiedere o non chiedere al libro, dipende sempre da quali sono i nostri desideri e perchè vogliamo che sia una risposta piuttosto che un'altra. Prendiamo come esempio una situazione sentimentale. Si incontra una persona, ci piace assai e il nostro pensiero traduce in conoscenza ciò che abbiamo percepito da lei. Il processo di conoscenza è spontaneo e fin qui le cose procedono per il verso giusto. Ma ammettiamo che poi ci mettiamo in testa idee che non corrispondono alla realtà, ma noi questo non lo sappiamo, e con quelle idee in testa (e con le conseguenti aspettative) interroghiamo Yi per sapere.

Ma cosa sapere?

Ciò che avverrà in futuro o ciò che è meglio fare?
Davvero per nostra natura siamo disposti a praticare ogni strada, ogni viottolo, ogni percorso che si profila davanti al nostro naso?
Davvero vogliamo inseguire ogni desiderio, ogni specchietto che la nostra mente ci fa baluginare come fossimo bambini nel paese dei balocchi?
E' davvero necessario spendere tempo per avere una conoscenza che già conosciamo e che si risolverà nello stesso modo come sempre, oppure siamo pronti a mutare i nostri pensieri verso altri desideri che non siano gli stessi?

E' vero che le vie sono infinite, ma noi non siamo immortali. Siamo limitati e ognuno di noi possiede un solo ciclo di primavera/nascita, estate/sviluppo, autunno/declino e inverno/morte della propria vita. A un certo punto è ovvio che per Yi diventa una questione di qualità e non quantità. Avere o potere, non significa prendere o fare. Dipende sempre da ciò che desideriamo e crediamo sia vero, ovvero etico.

La nostra personale e non sempre razionale etica.

Ed è proprio qui che avviene la prima grande scissione fra il paradigma di pensiero occidentale e quello orientale. Ammettendo che sia un cattolico a porsi il dilemma, è anche vero che egli è guidato da un'idea differente sulla natura delle dinamiche umane e universali. Per un cattolico il caso è sacro e lasciato in gran parte al lavoro dei Santi e di Dio.
Per un Taoista questo è semplicemente ridicolo (senza nessuna offesa o pregiudizio nei confronti del messaggio cattolico, è proprio un modo di pensare diametralmente opposto che si manifesta). Il caso non esiste. Esistono una serie di cause ed effetti, esiste il libero arbitrio e una grande regola da riconoscere in tutte le cose. Solo la grande regola, che è impersonale e non ha nessun dio che la rappresenti, è l'obiettivo della vita di un uomo e per il nobile, morire presto o tardi, non fa alcuna differenza. L'importante è che egli raggiunga il proprio scopo nella vita.

Secondo la nostra opinione, la domanda corretta è quindi da porre prima a noi stessi: Che cosa vogliamo veramente sapere da Yi?

Yi non è un essere umano, una setta, una confraternita, un mago, un prete o una religione (anche se da Yi ne derivano molte), è un sistema che enuncia una regola alla quale, egli per primo, non si sottrae dandone così l'esempio.

Ciao Paolo, speriamo di aver potuto aiutarti a chiarire i dubbi! Facci sapere che cosa ne pensi! A presto :)

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