mercoledì 23 maggio 2012

Coscienza

In quest’epoca in cui l’emergenza etica e l’emergenza ecologica sono realtà palesemente in corso, appare fortemente evidente che qualcosa durante il cammino evolutivo dell’umanità non ha funzionato.

Il termine Coscienza deriva dal latino (Cum-scire: sapere insieme) ed è un termine utilizzato per indicare la misura qualitativa di un particolare stato interiore degli individui. Questo stato può essere comunicato solo attraverso una descrizione e in questo processo l’umanità ha dapprima utilizzato i segni, poi i simboli e solo in ultimo le parole.

I primi Homo-Sapiens non ragionavano come noi, ma nemmeno potevano conoscere le cose che il tempo trascorso ha nel frattempo insegnato alla specie. In ogni epoca lo sviluppo del pensiero e della tecnologia è condizionato dalle necessità degli uomini della propria epoca. Fondamentalmente man mano che l’uomo scopre di aver bisogno di fare questo e quell’altro, per ottenere questo e quest’altro, si sviluppano sempre più idee e soluzioni orientate ad ottimizzare il problema.

L’uomo è come una macchina creata per pensare. Il sistema neuro cerebrale con cui un essere umano governa il corpo e la mente funziona in un modo sorprendente (link a neuroscienza) e  grazie a questo modo è finalmente diventato postulabile che il processo del pensiero sia talmente legato al corpo e all’ambiente esterno, da diventare una realtà unica. Un’unità sola. (link a entanglement quantistico).

Ma allora che cosa non ha funzionato?

Se l’entità uomo non esiste ed esiste un tutt’uno, perché la realtà della nostra società dimostra esattamente il contrario? Qual è la caratteristica imputabile d’esserne la causa?

La qualità dello stato di coscienza individuale.

Il modo in cui gli esseri umani utilizzano il pensiero per determinare cosa fare e come, il motivo per cui sono prima nati i tabù, poi le gerarchie sociali e infine la legge, le regole comuni che tutti dovevano rispettare.

Ma che cos’è davvero lo stato di coscienza alla fine?

Non è ancora stato individuato un organo che la contenga e nessuna disciplina che ne identifichi i parametri di sviluppo, non è oggettivamente possibile descriverla, né tantomeno individuarla concretamente.

Eppure, quando si parla di stato di coscienza, ogni uomo è in grado di comprendere intuitivamente cosa sia e a cosa serva.

E per questa settimana ci fermiamo qui.


venerdì 18 maggio 2012

Narrare

Vorremmo raccontare una storia che passa attraverso il mito, i simboli, l'antropologia (clicca sul link per approfondire), la neuroscienza (clicca sul link per approfondire) e la fisica (clicca sul link per approfondire) del mondo, solo che detto così sembra una cosa talmente noiosa e incomprensibile, che a nessuno può davvero aver voglia di seguirla. Se non forse quei pochi addetti che trovano ancora il tempo per farlo.

Certo, raccontato così anche PulpFiction è insopportabile. E noi non siamo sceneggiatori bravi come Quentin Tarantino.

Dovremo trovare la giusta via di mezzo.

Esistono materie come la fisica per esempio che, narrate in un certo modo, sembrano favole da leggere ai bambini la sera prima di addormentarsi.

Eppure è tutto vero, parte tutto da lì, dai primi accampamenti dove gli uomini stabilivano gerarchie e tabù, inventando le prime regole sociali.

Si dorme con loro sotto i cieli stellati mentre osservano i movimenti degli astri, mentre si accorgono che esiste una cosa come la ciclicità (clicca sul link per approfondire) che creò poi l'idea del nesso fra seminare e raccogliere, fra alte e basse maree, fra luna e sole che cambiano tutti i giorni. Nello stesso modo e nello stesso lasso di tempo per tempi molto lunghi.

Il cervello dell'uomo cambiava quotidianamente e non solo nella sua forma fisiologica. Ogni giorno assumeva nuove capacità di controllo sulla mente, creando le prime reti di schemi neuronali a lungo termine del pensiero umano.

I primi schemi di pensiero che la coscienza collettiva ha conosciuto.

Quelli che poi Carl Gustav Jung (clicca sul link per approfondire) ha definito archetipi.

Ma anche il corpo mutava e recenti studi collegati all'acqua, e alle sempre sbalorditive scoperte di nuove razze animali, ha correlato la presenza di certi schemi di memoria delle sovra-strutture molecolari dell'acqua, a questa evidente dinamica biologica.

Questo significa che, a determinate condizioni, potrebbe essere accaduto che un bel giorno di tanti millenni fa, quando il nostro sistema corpo era programmato in modo molto più fisico che neuronale, nelle tribù di Homo Neardentalensis tutte le femmine abbiano collettivamente partorito i moderni Homo Sapiens e che tutti i nuovi nati, oltre che differire completamente dai genitori, fossero omologati fra loro come gemelli identici di differente parentela.

Accanto al mutamento fenotipico anche il programma di condizionamento sociale si interruppe. I nuovi nati reagivano in modo diverso al comportamento abituale della specie, perchè il nuovo branco possedeva un'inedita mente/intelligenza collettiva che agiva su scale diverse nelle metodologie di attacco e difesa del gruppo.

Una razza nuova. 

Sembra fantascienza (clicca sul link per approfondire) vero? 

Sembra la favola che si racconta ai bambini la sera prima di andare a dormire. 

Eppure sono gli scenari che i nuovi paradigmi scientifici (clicca sul link per approfondire) sono in grado di suggerire ora. 


Vi ricordiamo che nella barra superiore di navigazione nella sezione “Chi Siamo”  (clicca sul link per approfondire) trovate le indicazioni utili per usufruire del blog;  nella sezione “Articoli I Ching” (clicca sul link per approfondire) i temi culturali e tecnici legati alla disciplina di Yi; nella sezione “Incontri con I Ching” (clicca sul link per approfondire) le indicazioni sugli interventi culturali pubblici e i gruppi di lavoro; nella sezione “Biblioteca” (clicca sul link per approfondire) i percorsi di lettura e cinematografia consigliati. Buona ricerca! :)

lunedì 14 maggio 2012

Paradigma di Base

La terra quando ruota emette una frequenza, come una nota musicale, a 7.83 Hertz.

Ma è facile che questa frequenza si alteri leggermente per ragioni ancora ignote.

Alcuni ipotizzano che la causa siano le eruzioni solari o dei disturbi elettrici nell'atmosfera.

Ma forse c'è una spiegazione più semplice.

Forse il suono del nostro pianeta è influenzato dai sette miliardi di persone che ci vivono, ognuno producendo la propria nota e la propria armonia personale.