sabato 7 giugno 2014

I Ching e la Vita - per Dora

Caro @Cieloevento,
scrivo a voi e non so nemmeno perchè, ma penso che siate gli unici a potermi ascoltare.
Io non sono felice. Avrei tutto a ben guardare, ma non sono felice. Non sono felice perchè questo non è un bel mondo e io mi sento disturbata, ma non dal mondo in sè, da quello che fanno gli esseri umani agli altri esseri umani, di quello che fanno gli esseri umani agli animali, di quello che fanno gli esseri umani al nostro pianeta, di quello che gli esseri umani dovrebbero fare e non fanno, di quello che gli esseri umani dovrebbero essere e non sono. Non riesco a rassegnarmici, non riesco ad essere indifferente e piango senza ritegno e pudore davanti a molte cose. Piango senza potermi fermare o smettere, ma non perchè sto male io. Perchè stanno male gli altri.
E sto male anch'io.
Poi faccio la domanda all'I Ching e lui dice che se tengo duro oggi domani sarà splendente, ma in tutti questi anni lo splendore che mi aspettavo non è mai arrivato. C'è stata la vita però, con molto dolore e perdite, forse l'unica cosa che mi dice I Ching è che io devo vivere comunque e passare in mezzo agli incendi come fossero prati. Non lo so. Voi che cosa pensate? Grazie ciao Dora


Buongiorno Dora, benvenuta.
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Grazie per averci permesso di pubblicare la tua lettera che è davvero molto bella e toccante. Noi pensiamo questo.

Il mondo è come un grande campo giochi in cui ogni gioco è possibile e nel mondo ogni possibilità (non probabilità), viene quindi sperimentata. Con questo metodo d'apprendimento molto empirico sembra che l'umanità, aumentata a dismisura visto che siamo oltre i 7 miliardi di abitanti, ad ogni epoca ricominci da capo ad apprendere la lezione che avrebbe dovuto imparare nel momento storico precedente.

Da cosa dipende?

Secondo la disciplina taoista questo è causato da stati di coscienza personali e collettivi non sviluppati, che portano la specie a produrre troppo di qualunque cosa (emozioni inutili incluse) senza la capacità corrispondente di smaltire i rifiuti che vengono generati (clicca qui per accedere al video).

In natura nulla è in eccesso. Ogni processo naturale è un preludio all'altro, nascita vita e morte sono organiche e in quanto tali riciclate per continuare a far parte del processo stesso.

In natura per cui non vengono prodotti scarti e la parola spazzatura non esiste. Non viene contemplata.

Che cosa accade invece quando la nostra specie (anche se non tutti sono d'accordo) scopre di volere qualcosa?

L'umanità ha bisogno del petrolio?
L'umanità si prende il petrolio senza troppi complimenti (fa un buco per terra, scava per chilometri e inizia a pompare), senza prevedere e/o risolvere gli effetti collaterali che sicuramente ci saranno perchè tanto, essendo su lunghi periodi, chissenefrega. Il problema ai posteri.

Isola di plastica nel pacifico - estensione come Europa

Per produrre una qualunque sostanza chimica come la plastica o i siliconi, noi non ci limitiamo a prendere gli ingredienti per assemblarli in modo ergonomico e senza danno futuro.

No.


Noi ci procuriamo le sostanze che servono, le mettiamo insieme come dei bambini folli e sconsiderati e poi, per un chilo di materia che possiamo ottenere, produciamo 10 chili di spazzatura per cui la terra non è organicamente disposta a riciclare, senza stravolgere il proprio equilibrio vitale rischiando la malattia prima e la morte dopo.

L'esempio più banale è quello di una cistifellea piena di calcoli. O si apre il corpo umano e si rimuove il problema, oppure chi ne è colpito avrà problemi di digestione tali da passare in sofferenza buona parte della propria vita.

Parliamoci chiaro.

Non è che la terra sia diversa da un corpo umano. Solo perchè il suo fegato non è uguale al nostro, non significa che una parte della geografia del pianeta non ne rappresenti e svolga la funzione.

Se è come in grande, così in piccolo, pensarlo è una conseguenza logica, non una follia.

E' questo il problema. L'essere umano non guarda fuori da sè, l'altro da sè, e non lo considera, nel suo essere e nelle sue necessità, mentre nella propria mente si costruisce un castello di idee e futuri movimenti per ciò che gli serve e vuole a prescindere da qualunque conseguenza.

Nella cultura Taoista lo stato di coscienza lucido e oggettivo è l'obbiettivo di una vita intera.

Noi uomini del 2000 però, pensiamo che la coscienza sia un accessorio omaggio dell'essere un essere umano.

La realtà di tutti i giorni invece si dimostra ben altro.

E questa è una realtà che coinvolge tutti, belli e brutti, ma molti non sono ancora pronti ad ascoltare mentre altri fanno finta di niente perchè "non hanno voglia di preoccuparsene".

Per chi usa I Ching la domanda invece è sempre la stessa.

Vuoi essere un Nobile (clicca sul link per approfondire) e incarnare il 7.2,
oppure vuoi essere un ignobile?

Densità popolazione mondiale


















Grazie per la tua bellissima mail cara Dora, lasciamo a tutti voi lo spazio per i commenti qui sotto.

Ci piacerebbe conoscere le vostre opinioni come sempre.

Ciao a tutti :)


Film consigliato: Il Senso della Vita - Monty Python 1985 (clicca sul link per accedere al video)

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2 commenti:

  1. Ciao a tutti!
    Io credo che si tratti di egoismo e menefreghismo tipico dell'essere umano, che siano alla base di tutto questo scempio, si bada solo al guadagno senza preoccuparsi minimamente di ciò che si va a intaccare e, se vogliamo, si tratta anche di stupidità perchè se l'uomo si fermasse anche solo per un attimo a riflettere sui danni che sta per provocare non solo agli altri e all'ambiente, ma anche a se stesso forse desisterebbe.

    In questo è insito anche il libero arbitrio che fa credere erroneamente all'uomo di poter fare quello che gli pare.

    Ognuno bada al suo orticello, se tutto va bene, le piante crescono cosa importa di cosa c'è fuori? Ecco perchè le cose non vanno, non c'è il senso della coesione, della comunità, del tutt'uno con l'altro.

    Se a questo aggiungiamo anche molta cattiveria il quadro è completo.

    Dora purtroppo sono le persone ipersensibili come te e me ad esempio che rimangono colpite da questa triste realtà. L'ipersensibilità è un dono, ma bisogna saperla usare, indirizzarla al meglio per poter aiutare gli altri, imparare a gestirla spesso prendendo anche le distanze da quello che ci irrita e ci fa soffrire. Questo per noi stessi, per vivere meglio ed essere in grado di sfruttare questa meravigliosa qualità.

    A questo proposito consiglio un libro che ho letto da poco, si intitola "Le persone sensibili hanno una marcia in più" di Rolf Sellin edizioni Urra.

    Ciao e buona serata a tutti voi! ;)

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    1. Grazie per questa bellissima testimonianza Alice27 e siamo d'accordo con la lettura che consigli, anche noi la troviamo molto valida! Ciao e a presto :)

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