venerdì 12 ottobre 2012

La Scuola del Segno

Nell'antica Cina, quella mitologica per intenderci, nacque una scuola di pensiero associata all'osservazione dei segni.

Questa scuola non si occupava nè di manzia, nè di matematica, nè di astrologia, fisica, scienza o strategia. Questa scuola osservava solo e soltanto i segni e ne cercava la pura correlazione. 

Ciò che potesse legare la linea spezzata alla linea dritta nella costruzione di un esagramma e quello susseguente.

Per questa scuola l'unica vera regola, è che la regola non possa esistere. Un solo filo conduttore che li correli non basta ad assolvere l'intero che, per puro processo empirico, è intuibile e deducibile in evoluzione. 

Un metodo euristico quindi, che però non coinvolge i numeri, e la loro ferrea progressione, per limitarsi a contemplare il segno, e i segni susseguenti, per lunghi lassi di tempo nella successione del ciclo della vita degli allievi.

E' come dire che, partendo da una serie di segni costituiti da una semplice linea dritta e una spezzata costruite su sei linee, non necessariamente il segno seguente ubbidisce a una regola che gli impone di uscire sempre in quella ubicazione su 64 possibilità, e non esiste nemmeno una regola che gli imponga di mutare o mutare velocemente. Può ripetersi per un'infinità di volte in molteplici posizioni prima di cambiare quella singola, unica linea per così progredire attraverso un esagramma differente nella successione entropica che si sta modellando.

Anche se l'unico schema che l'entropia apparentemente riconosce è il disordine.

Per un essere umano è difficile concepire che qualcosa richieda un lungo lasso di tempo per cambiare. Ogni mattina si alza e milioni delle sue cellule sono rimaste fra il pigiama e le lenzuola. Ogni mattina non è mai uguale all'altra, ogni cosa si ripete sempre differente, come ben sanno i lanciatori di dadi quando cercano di chiamare lo stesso numero per tre volte di fila. 

Non funziona quasi mai alla prima, figurarsi alla seconda. E' statistica people.


Sì, sulla terra procede così e tutti lo sanno. Coloro che eccepiscono sono troppo contorti per essere considerati e (ad eccezione dell'icona del tizio simpatico coi bianchi capelli scompigliati e la lingua di fuori), per un neofita ascoltare fisici e/o matematici, e/o scienziati, e/o studiosi, tecnici ed esperti, può essere come iniziare a contar pecore la sera prima di andare a dormire. 

In alcuni casi si denuncia anche un repentino processo di elefantiasi.

Che peccato però. Se ci fossero meno distrazioni, meno shining, meno luccichii, forse l'umanità potrebbe adottare un linguaggio più simile e meglio focalizzato nei contenuti. Forse potremmo tutti osservare molte cose con distacco diverso per avere valori etici condivisi in grande parte e forse potremmo decidere di lasciare questa oligarchia, questa furiosa accentrazione di tutto ciò che è bene e di tutto ciò che è male, smettendo di vedere, pensare e creare YinOrYang. 

E vivere solo Or. 


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