venerdì 18 maggio 2012

Narrare

Vorremmo raccontare una storia che passa attraverso il mito, i simboli, l'antropologia (clicca sul link per approfondire), la neuroscienza (clicca sul link per approfondire) e la fisica (clicca sul link per approfondire) del mondo, solo che detto così sembra una cosa talmente noiosa e incomprensibile, che a nessuno può davvero aver voglia di seguirla. Se non forse quei pochi addetti che trovano ancora il tempo per farlo.

Certo, raccontato così anche PulpFiction è insopportabile. E noi non siamo sceneggiatori bravi come Quentin Tarantino.

Dovremo trovare la giusta via di mezzo.

Esistono materie come la fisica per esempio che, narrate in un certo modo, sembrano favole da leggere ai bambini la sera prima di addormentarsi.

Eppure è tutto vero, parte tutto da lì, dai primi accampamenti dove gli uomini stabilivano gerarchie e tabù, inventando le prime regole sociali.

Si dorme con loro sotto i cieli stellati mentre osservano i movimenti degli astri, mentre si accorgono che esiste una cosa come la ciclicità (clicca sul link per approfondire) che creò poi l'idea del nesso fra seminare e raccogliere, fra alte e basse maree, fra luna e sole che cambiano tutti i giorni. Nello stesso modo e nello stesso lasso di tempo per tempi molto lunghi.

Il cervello dell'uomo cambiava quotidianamente e non solo nella sua forma fisiologica. Ogni giorno assumeva nuove capacità di controllo sulla mente, creando le prime reti di schemi neuronali a lungo termine del pensiero umano.

I primi schemi di pensiero che la coscienza collettiva ha conosciuto.

Quelli che poi Carl Gustav Jung (clicca sul link per approfondire) ha definito archetipi.

Ma anche il corpo mutava e recenti studi collegati all'acqua, e alle sempre sbalorditive scoperte di nuove razze animali, ha correlato la presenza di certi schemi di memoria delle sovra-strutture molecolari dell'acqua, a questa evidente dinamica biologica.

Questo significa che, a determinate condizioni, potrebbe essere accaduto che un bel giorno di tanti millenni fa, quando il nostro sistema corpo era programmato in modo molto più fisico che neuronale, nelle tribù di Homo Neardentalensis tutte le femmine abbiano collettivamente partorito i moderni Homo Sapiens e che tutti i nuovi nati, oltre che differire completamente dai genitori, fossero omologati fra loro come gemelli identici di differente parentela.

Accanto al mutamento fenotipico anche il programma di condizionamento sociale si interruppe. I nuovi nati reagivano in modo diverso al comportamento abituale della specie, perchè il nuovo branco possedeva un'inedita mente/intelligenza collettiva che agiva su scale diverse nelle metodologie di attacco e difesa del gruppo.

Una razza nuova. 

Sembra fantascienza (clicca sul link per approfondire) vero? 

Sembra la favola che si racconta ai bambini la sera prima di andare a dormire. 

Eppure sono gli scenari che i nuovi paradigmi scientifici (clicca sul link per approfondire) sono in grado di suggerire ora. 


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